24.10.06

..o farli rimanere buoni amici come noi

Forse ho fatto bene.
A dire ora quel che scrissi in una lettera nel 2003.
A scrivere una volta per tutte se non quello che provo almeno quello che lui,sì,lui,sempre lui,ha rappresentato per me.
L'ho fatto senza pensarci,l'ho fatto perchè Rimmel stava suonando e per quello che ho letto di lui.
L'ho fatto perchè l'ho tenuto dentro per tre anni,un geloso segreto,che quando tutto andava bene gustavo con un sorriso fissando il soffitto,sul mio letto,quando invece le cose non sono andate così bene mi limava, piano piano,impercettibilmente,da dentro.
L'ho scritto e ho fatto proprio come Willy il Coyote.
Avete presente quando corre dietro Beep Beep e a un certo punto si ritrova nel vuoto,ma non cade,in barba alla fisica,non cade fino al momento esatto in cui guarda i suoi piedi e si rende conto di essere effettivamente nel vuoto. Allora,e soltanto allora, cade.
Così io non mi sono accorta di quello che ho fatto mentre lo facevo o mentre lo spedivo,non ho pensato,mi sembrava un puro esercizio retorico,un modo per sfogarmi come al solito,insomma,solo che poi ho schiacciato invia.
E solo dopo un po' che quella mail era arrivata a destinazione,senza possibilità di ritorno,soltanto dopo mi sono accorta,e mi sono messa a piangere.
Non era tristezza e non era allegria,probabilmente era un senso di liberazione,un sollievo, un traguardo per me stessa.
Ho tremato un po' e mi sono venute le punte delle dita tutte gelide, ma credo alla fine di aver fatto la cosa giusta.
O se non altro,la cosa inevitabile.
Non si può nascondere troppo a lungo la verità, non mi ricordo chi lo ha detto ma è così.
E forse finalmente,facendo proprio quel passo che non si vuole mai fare, facendosi anche un po' male che tanto non muore nessuno,ho davvero sbloccato la situazione,forse è davvero il momento di affrontare la cosa in faccia e voltare pagina.
Per fare in modo che non ci sia più spazio per questi struggimenti per lui, non sul blog, e non nella mia vita.
la coincidenza è logica, di trovarti qua lo sapevo già in anticipo
avevo un numero e l’ho perso, poi ho lasciato la tua fotografia su ogni tavolo
fino a che per caso un giorno ho letto un ritaglio che ti riguardava
in poche parole eccomi a sorprenderti,
torno in qualità di vecchio scheletro
intrappolato nella trincea, dissotterrato da una marea
ho superato ogni ostacolo
e sono finalmente riemerso fuori nell’ossigeno
e’ un racconto inedito da vivere prima di stenderlo
come cemento sopra le righe dritte sulle pagine da capo a margine
sarebbe inchiostro che non si imprime più
si è seccato ormai molti anni fa al primo capitolo
un viaggio fermo in biglietteria fissato per scappare via
dalle barriere che si alzano
non servirebbe a niente adesso se non fosse valido
(...)
devo mettermi a pensare quale piano alternativamente avrei
ma è impossibile fermare un’ asteroide quando è in transito
cambi sempre titolo per non decidere, il sole intanto fatica a uscire
resta dietro la riunione delle nuove raccolte in alto sul campanile
cambi sempre titolo per non decidere, non metti il punto per non finire
(..)
Samuele Bersani, Una delirante poesia

2 commenti:

sonia ha detto...

Il tuo angioletto ti ha lasciato la risposta. :O)
Ciao

Unknown ha detto...

"ma è impossibile fermare un’ asteroide quando è in transito".
E nemmeno un pianeta quando gira, o un meteorite quando decide di cascare, o un stella quando decide di diventare un sole.
Ciao, piccola stella.

Fabio