11.4.08

Certe notti

Certe notti sembra che tu abbia ancora sedici anni, con i bonus.
Le canzoni le conosci ancora, ma non tutte: il gruppo sul palco suona e sembra invecchiato, il cantante non c'è più, gli ideali..dove sono gli ideali? in quale tasca del cappotto li ho messi? che il cappotto regge da cinque anni, e di concerti dei Modena City Ramblers, ne ha visti...
li ha visti quando sventolavamo le nostre credenze al sole e ci baciavamo in un giorno di pioggia, quando correvamo sotto gli ombrelli tutti stretti per ripararci.
Finalmente nel posto giusto. Che c'è sempre un po' l'impressione, nella mia vita, di essere costretta a mediare, a dover mettere dei ponti. Li nessun ponte, mai stato, dagli anni della minor età.
La compagnia bella, nuova, incredibilmente irreale, come il ragazzo bello/ricco/stronzo/intelligente/simpatico e potente che non si capisce se gioca o no, ma ti riempie di sbaciucchiamenti, e per un attimo...solo per un attimo...ma poi insomma, gli amici non limonano mica così solo perchè si suona una canzone in inglese che ha un ritornello dolce e che nessuno, ma nessuno, sa cos'è.
Che poi, siamo mai stati amici? forse no, ma stasera lo eravamo tutti.
E mentre con la testa abbracciavo intenerita la rainbowsparks diciassettenne, che piangeva di notte sul cuscino perchè tutte le amiche intortavano e lei, poverina, si beccava gli sfigati piangenti (le sere che andava bene), con le gambe ballavo e intrecciavo i passi e gli sguardi e il pesciolino è caduto nella mia trappola.
Plop.
Ora ho il numero di un tizio che pare simpatico, ma che non è nessuno, se non una caramellina all'ego di una me ormai lontana, stretta nello stesso cappotto che mi sono stretta io addosso, quando una pioggerella leggera mi ha accolto di nuovo, all'uscita in questa città gelida, così strana... la giri tutta e sembra una gran stronza.
Invece, basterebbe entrare in un portone a caso per una nicchia di calore...il gioco inizia quando scopri che quella nicchia cambia posto ogni volta, e nessuno ti dice dov'è.

2 commenti:

zefirina ha detto...

ecco mi piace la metafora della caramellina all'ego di una me ormai lontana, sto uscendo con uno simpatico ahimè decisamente più giovane, grissom l'abbiamo soprannominato per via di una certa somiglianza, ma non riesco a capire se è una caramellina o una torta al cioccolato

come vedi si invecchia ma si fa ancora un gran casino

grig-io il blogorroico ha detto...

dai, magari un giorno scoprirai che i portoni fortunati sono di più.. non vuol dire che matematicamente saranno in eterno gli stessi, o che sarà impossibile riceverli in faccia, ma le buone probabilità saranno più alte..

bella la prima frase, anche se mi viene da rapportarla a me stesso, che mi sento diciassettenne coi malus - uno su tutti, proprio il tempo cronologico/anagrafico passato.