16.2.08

Bisogna scrivere

Mi accodo agli applausi che ovunque, nella blogosfera, si alzano di fronte ad Amen dei Baustelle.
Nello stesso tempo mi guardo allo specchio e penso che forse dovrei smettere di innamorarmi così dell'arte e della musica, ma è sempre un modo per aprire il mio cuoricino un po' poco elastico, come i muscoli delle mie cosce.
Se volete una recensione seria davvero, leggete la sua.
Io qui vi riporto soltanto i deliri che ieri notte ho scribacchiato su un foglio, sdraiata a metà sul mio piumone.

Mi è entrato nelle vene subito. Alle tre di notte. E siccome bisogna scrivere, io lo scrivo qui. Che in questo disco c'è tutto, c'è il mondo e ci sono io, chiamata in causa e chiamata per nome; ci sono gli occhi neri di qualcuno del leone, il grande amore in Centrale tra i cocci, preghiere e aneliti, c'è tutto quel che serve per non farmi dormire e per farmi scrivere che amo questo disco. Tutto quello che serve per dire subito chenon so se farà storia questo cd, ma la mia storia l'ha già fatta. Evivva la musica, sempre salvifica e reale, niente sconti, ma Grazia ed Orrore abbracciati nella melodia e nelle parole.

Ps.
Momentaneamente, per ovvi richiami alla mia vita contemporanea, Dark Room è un pugno nello stomaco assolutamente delizioso. Parimerito con Baudelaire, che mi ricorda tante cose seppellite dopo i miei sedici anni, ma necessarie.

Update:
Ve l'ho già detto quante volte, che chiedo all'Altissimo di farmi rinascere, la prossima vita, con la voce eccezionale di Rachele? Gli occhi no, sto bene così, grazie.

1 commento:

morgania ha detto...

Premesso che non ho ancora ascoltato l'album dei Baustelle, nonostante li segua da anni e sia ormonalmente attratta dal cantante, ti dico che mi dispiace da morire essermi persa nei meandri oscuri della vita milanese. devo trovare tempo e modo per raccontarti tutto, promesso!