7.3.07

L'Angelo

Ieri,vi dicevo,mi sono messa a fare ordine.
Sotto dita e dita di polvere ho trovato uno dei reperti archeologici della mia stanza, uno dei tanti cosetti/cosini di matrice cristiana/pseudocristiana che ho raccolto in anni e anni di vita.
Stavolta però,sarà che sono un po' fragile per la primavera,gli ormoni,chi più ne ha più ne metta, mi ha davvero colpito.
Era una statua in porcellana, o in un materiale molto simile,che raffigura un angioletto (maschio,femmina,non stiamo qui a discutere del sesso degli angeli), coperto soltanto da un drappo, che suona un violino.
La cosa particolare era lo stato in cui si trovava: rovinato per l'incuria ma soprattutto decapitato e senza un'ala.
Almeno,così era,prima che pietosamente mio padre -un giorno,tanto tempo fa- pensò di utilizzare dell'attack per fare smettere la piccola figliola prediletta di urlare e piangere.

Al momento del ritrovamento,non sembrava "rotto":i pezzi combaciavano alla perfezione, si vede soltanto una sottile linea color ambra,segno della colla che fu,come una linea di matita, discreta ma presente.
Ho portato l'angioletto a farsi una doccetta nel lavello del bagno, e ecco che ha ripreso i colori, tutti, il rosa pallido è più rosa pallido,il celeste è più celeste, il grigiopolvere è svanito.
Le linee di colla color ambra sono più vive,ma non disturbano, sembrano quasi fatte apposta.

Mentre riportavo l'angioletto nella mia stanza mi accorsi che lui,per sua natura,doveva essere appeso grazie all'apposito gancetto,e che non c'era nessun posto per farlo.
Non l'ho appeso ma mi sono rifiutata di buttarlo via,e ora sta tranquillo a suonare il suo violino pulito di fresco sulla sua mensola.

E' che il mio angioletto mi sembra la metafora perfetta di quello che la vita ha fatto a me,e chissà a quanti altri: giriamo tutti perfettamente compatti nascondendo i pezzi rotti della nostra anima,tenuti insieme da un discreto filo di attaccatutto, sempre sorridendo e suonando,e forse ha ragione il mio angioletto,che non ha mai abbassato lo sguardo:
la vera vittoria è saper portare i nostri pezzi rotti addosso con onore ed orgoglio,perchè siamo ancora qui,e ancora con il nostro sorriso addosso.
Ho fatto una foto al mio angioletto che ora è lo sfondo del cellulare, delle volte per innamorarsi di qualcosa basta ritrovarla dopo tanto tempo e darle un senso nuovo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Potevi anche postarla la foto, no? :)

rainbowsparks ha detto...

Non so come caricarla!