Una sorta di tradizione a sfumare, nel senso che il primo giorno si sta tutti sul divano a spettegolare,il secondo giorno un po' meno,il terzo ognuno si fa i cazzi suoi,il quinto tutti sul divano a spettegolare.
Un anno,credo qualche tempo fa, pur di non perdere la finale di Sanremo ho costretto la mia allora numerosa compagnia di amici a riunirsi in casa di qualcuno e tenere accesa la televisione,per la sottoscritta.
Fortunatamente non sono mai state persone democratiche e per una volta mi è andata di lusso: con tredici voti contro uno,si è fatto (in massa) quel che volevo io.
Quell'anno per la cronaca, ha vinto Masini,fate un po' i conti.
Ma dicevo,Sanremo è nato molto molto prima nella mia vita.
Mi ricordo undicenne in partenza da milano,per la prima volta in aereo, tre giorni a Londra,e in quei giorni c'erano le prime tre puntate di sanremo e io sull'aereo leggevo di Elio e le storie tese.
La terra dei cachi, 1996.
L'anno successivo,alle medie,il professore di musica indisse un concorso: il tema su sanremo più bello avrebbe vinto il primo numero di tutto,molto ambito dalle ragazzine e dalla sottoscritta,per la copertina alla quale non si poteva dire di no: Tutto sui Take That.
Scrissi benissimo,ispirandomi a tutti gli articoli dei quotidiani che mi sciroppavo durante la kermesse Sanremese (ah,sì, perchè a casa mia è d'obbligo il quotidiano non durante la crisi di governo,no, durante sanremo).
Il professore mi disse che il mio tema era troppo bello,e che avevo sicuramente copiato, di conseguenza niente premio e niente Take That.
Tornai a casa in lacrime, il giornale me lo comprò la mamma.
Ma dopo ancora,quando già più grandicella non avevo perso il malefico vizio di seguire quella pagliacciata ligure, vedevo a Domenica in dei personaggi molto buffi che parlavano, mentre su una lavagna magnetica scrivevano pezzi di strofe delle canzoni.
Mi divertivano,li ammiravo, e non capivo bene cosa era esattamente la loro professione.
Erano,ahinoi,linguisti.
Oggi sono quasi linguista,e guarda un po' mi sto per laureare analizzando la lingua della canzone,e faccio esattamente ciò che facevano questi personaggi in televisione.
E' molto molto meno divertente,ve lo posso assicurare,di quanto poteva credere una innocente preadolescente.
Oggi sanremo è un piacere perverso, mi nascondo a vederlo come fosse un film porno, ma allo stesso tempo è diventato confessabile,con la scusa che mi occupo di Sanremo perchè in fondo, tutto fa brodo,e tutto fa tesi.
Credo semplicemente che Sanremo,in un complicato,nazionalpopolare modo di vedere una delle mie più grandi passioni -la musica-, ormai mi appartenga.
Perchè sono italiana, e perchè Sanremo è sanremo,no?
bibliografia consigliata:
Massimo Arcangeli, Va' dove ti porta Sanremo: la tomba della lingua. Uso e riuso espressivo nelle canzoni delle rassegne sanremesi delle edizioni 1996-98, “Lingua nostra”, LX, 1999, pp. 91-124.
Massimo Arcangeli, Va' dove ti porta Sanremo: la tomba della lingua. Uso e riuso espressivo nelle canzoni delle rassegne sanremesi delle edizioni 1996-98, “Lingua nostra”, LX, 1999, pp. 91-124.
6 commenti:
Purtroppo Sanremo è molto fumo e sempre meno arrosto....
Manca sempre più di buona musica...
Assolutamente vero. Vedi il titolo "La tomba della musica".
Io quest'anno però punterei sui testi di Cristicchi, di un delirante (ma sempre abile) Silvestri e a sorpresa di un Concato impegnato.
Nessuno di loro,ovviamente vincerà.
Sempre per la tautologia per la quale sanremo si giustifica con la sua stessa natura di sanremo.
non immaginavo che in casa Sparks si adorasse il demonio di nascosto... :)
buono a sapersi...
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Come ben sai, domani sera sarò in prima fila a guardarlo. Avevo smesso di farlo, ma quest'anno Pippone mi ha convinta e poi ci sono gli Stadio, Concato, che arriveranno ultimi, va bene, ma sempre meglio che niente..
Però c'è anche Albano, e lì mi scappa un grido di dolore.
Quindi ti sei vista pure lo "scandalo" Placebo in diretta? wowwww..
tra l'altro, voglio crederti se dici "tutto fa brodo, anche per la tesi" (:P), ma comunque sta' attenta e non lasciarti abbindolare:
(da http://www.sanremostory.rai.it)
Il vero colpo a sorpresa lo riservano i Placebo, il cui leader Brian Molko, spacca una chitarra e abbandona il palco facendo un gestaccio. Ma la trasgressione non è gradita e il pubblico reagisce con un istantaneo coro "scemo scemo".
-Nessun gestaccio
-"Scemo scemo" è partito molto prima che il gruppo lasciasse il palco
-il coro di "scemo scemo" non viene colpevolizzato abbastanza
Qua si tratta di revisionismo storico..zrzwcw
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