21.1.07

ha dda passà la nuttata

C'è che finisce che ti trovi nel mezzo di una Milano piena di nebbia, in un centro stranamente deserto, alle undici,a guardarti in faccia con le persone che hai intorno,mute e sorde anche loro quanto te,e ti senti straniato e guardi la luce dei lampioni e ti chiedi perchè si è così,tutti fermi,in mezzo alla nebbia, nel centro di una città che si suppone essere viva,il sabato sera.
Senti che stai aspettando,Godot o Beckett in persona,o forse nessuno,stai solo aspettando che il dolore sordo scenda dallo stomaco all'intestino,finalmente,e se ne esca dal posto meno nobile del corpo umano,come la peggiore delle feci,perchè quello è, un malanno,un malessere sordo, il risultato di un male antico, che ci porta a guardarci, dieci occhi nel vuoto di una Milano che una volta era piena. Dove sono le persone?
E perchè quasi non ci riconosciamo tra di noi,che tutto abbiamo affrontato insieme?
Perchè certi lutti si elaborano da soli, e ognuno era avvolto nella nebbia,nel suo mal di gola,nel suo mal di stomaco e nel suo mal di anima.
Solo dopo un po',camminando verso la macchina, muovendo passi in luoghi conosciuti,parlando di bambini cinesi che imparavano la grammatica dalla mia voce paziente di preadolescente, il rancore sordo è scivolato dal tubo di scappamento.
Il tempo di sudare ed espellere le scorie e sarà tutto a posto.
Ha dda passà la nuttata.

1 commento:

zefirina ha detto...

mi sa che è la città a fare questo effetto, lo dico senza campanilismi di sorta, e parlo di attimi, weekend in cui ho "vissuto" milano, mi è sempre piaciuta anche se amo così tanto roma e sono due città così diverse, per la cronaca ci torno sabato prossimo per vedere la mostra di Tamara, per sfatare un m ito (il pensiero che mai ci sarei potuta tornare dopo la fine di un amore), per conoscere un tipo simpatico