25.4.05

Sì viaggiare

Niente viaggi lunghi.
Per ora.
Quello che intendo,sono i viaggi medi, sul treno.
Non il tragitto della nord,che in pochi minuti sei lì,e non fai a tempo nemmeno a ascoltare tre canzoni intere dal lettore mp3 che sei già arrivato.
No,un tragitto più lungo.
Un oretta comoda comoda seduta a guardare fuori dal finestrino,risaie, e prati, e fiumiciattoli marroni per la pioggia e per il fango,altre risaie,una stazione di qualche posto dimenticato dalle cartine,poi fiumiciattoli,e campi, e poi prati, e poi risaie.
Il viaggio di andata l'ho fatto su un treno Nuova Generazione.
Una voce di donna gelida e composta mi avvisava che ero diretta a Novara, e ogni stazione declamava il nome.
Il sedile aveva una protuberanza scomodissima sul poggiatesta, e io ho dovuto contorcermi un attimino per appoggiarmi al finestrino e chiudere gli occhi.
Silenzio.
Cadenzato dalle stazioni.
Silenzio.
Sono arrivata puntuale come un fuso, appena ho sentito "prossima fermata Novara" ho aperto gli occhi e ho aspettato diligente davanti alle porte.
Il viaggio di ritorno l'ho fatto su un treno Incrocia le Dita.
Chiedo al controllore, nella stazioncina piemontese "Scusi, va per Milano?"
"Oh, sì, milano. Sempre che funzioni e non sia rotto."
Andiamo bene,penso.
Faccio la deficiente salutando i compari che mi hanno accompagnata alla stazione e quasi ci lascio un braccio,nelle porte del treno.
Mi avvio verso i sedili, sparani,vecchio stile.
Per appoggiare la testa sul finestrino combatto contro due bulloni che tentano di perforarmi una tempia.
Vinco io.
La vibrazione che parte dalle rotazie passa dalla famosa tempia, scende per il braccio e per la gamba e arriva dritta ai piedi, una sorta di massaggio compreso nel prezzo,anche se a volte non rischiesto.
Il rumore delle rotaie e del treno è assolutamente costante nelle orecchie, che anche ad alzare il volume della musica cambia poco.
Eppure riesco a addormentarmi,assolutamente,senza nessuna voce che mi avvisa del posto nel quale arrivo.
Percepisco giusto il silenzio: che in questo caso vuol dire sempre che si è fermi. Se no,casino.
Meno male che il silenzio percepito,una volta, mi spinge a aprire gli occhi di qualche millimetro,per curiosità.
Maledizione,è la mia fermata.
Scendo di corsa, il treno della Incrocia le Dita stava tentando di tendermi un agguato e portarmi lontano e non farmi arrivare a casa a un orario decente.
Vinco io.

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