Me lo scrivo qui, così me lo ricordo.
E me lo devo ricordare, visto che per come sono fatta, i momenti di lucida costruttività si perdono come lacrime nella pioggia.
Quando capisco davvero la vera natura delle cose, quando mi rendo conto che queste vanno come devono andare, e basta; quando vedo la sottile linea rossa che collega tutto in un inverosimile "migliore dei mondi possibili"....ecco. Quando capita, generalmente mi siedo e aspetto che passi.
Quest'anno il tempo che dedicheremo all'Overlook Hotel sarà straordinariamente poco, e probabilmente straordinariamente ricco di visite, se tutto va come previsto.
Quest'anno più del solito sento il tempo come sabbia tra le dita, che sfugge, e il tempo con la mia famiglia più di tutto.
Mia nonna è la padrona di casa: è lì da prima che venissi io, da prima che arrivasse mia madre, quando ancora papà giocava a ping pong coi cugini giù in paese; è la regina di casa.
Mia nonna è tutt'ora una donna forte e coraggiosa, ma resta una donna anziana, che può accogliere davvero ogni nuovo giorno come un miracolo.
L'Overlook Hotel è il luogo dove quel che non accade mai accade: lo svuotamento, il rilassamento, la protezione affettuosa della famiglia.
Il mio caricabatterie, ma non quello di tutti: i quali, appunto, devono caricarle a me (circa).
Mamma ha preso una sbandata per il mare: un posticino in un'ansa della Liguria, colmo di vecchietti arzilli e supermercati discount.
Molti i vantaggi per lei: non deve sottostare alla Suocera, può dormire con suo marito, lo iodio la rende serena, non le serve la macchina per procacciarsi il cibo.
Inoltre è completamente scevra del piacere dell'Overlook Hotel, quel lasciarsi lentamente andare alla calma marea del vuoto, che per un po' serve, eccome se serve.
Un gioco di forze dunque priva la sottoscritta del 35% delle sue normali vacanze lassù sulle colline.
Voi direte: embè?
Embè,il tempo passa.
E quello che passeremo là, regredirà lentamente, fino a che mia nonna non avrà concluso, speriamo al più tardi, i suoi giorni.
E poi le vacanze familiari dovranno reinventarsi, dopo più di un quarto di secolo, e gli equilibri e i cuori si spezzeranno, e la casa, chissà, verrà abbandonata da chi non avrà più le forze,non solo fisiche, di arrampicarsi su per le montagne per immergersi in un tempio di ricordi di un passato a quel punto concluso.
Quella che ora sembra ai miei occhi una condanna, un capriccio e un'imposizione, potrebbe in realtà rivelarsi un'ottima occasione.
Se riuscissi gradatamente a aprire le porte dell'Overlook Hotel a una nuova popolazione amicale, a qualche collega universitario, a chissà, un amore se mai avrò la possibilità di averne uno, a qualche amico/a; allora sempre gradatamente potrei riuscire a riconvertirlo in un luogo non solo dell'Amore Familiare, ma dell'Amore tout court.
Se riuscissi lentamente a riempirlo di esperienze nuove, quando mancheranno quelle usuali non lo troverò desolatamente vuoto, e il lavoro sarà molto, molto più leggero.
Quel che oggi è la volontà degli altri che mi impedisce di sviluppare la mia, potrebbe essere la forza mia e di quei luoghi.
A patto di sviluppare la mia propria, di volontà.
Ok, se lo avete preso come un invito a farvi una settimana in campagna, potete pure provare nei commenti, ma non è scontato.
E me lo devo ricordare, visto che per come sono fatta, i momenti di lucida costruttività si perdono come lacrime nella pioggia.
Quando capisco davvero la vera natura delle cose, quando mi rendo conto che queste vanno come devono andare, e basta; quando vedo la sottile linea rossa che collega tutto in un inverosimile "migliore dei mondi possibili"....ecco. Quando capita, generalmente mi siedo e aspetto che passi.
Quest'anno il tempo che dedicheremo all'Overlook Hotel sarà straordinariamente poco, e probabilmente straordinariamente ricco di visite, se tutto va come previsto.
Quest'anno più del solito sento il tempo come sabbia tra le dita, che sfugge, e il tempo con la mia famiglia più di tutto.
Mia nonna è la padrona di casa: è lì da prima che venissi io, da prima che arrivasse mia madre, quando ancora papà giocava a ping pong coi cugini giù in paese; è la regina di casa.
Mia nonna è tutt'ora una donna forte e coraggiosa, ma resta una donna anziana, che può accogliere davvero ogni nuovo giorno come un miracolo.
L'Overlook Hotel è il luogo dove quel che non accade mai accade: lo svuotamento, il rilassamento, la protezione affettuosa della famiglia.
Il mio caricabatterie, ma non quello di tutti: i quali, appunto, devono caricarle a me (circa).
Mamma ha preso una sbandata per il mare: un posticino in un'ansa della Liguria, colmo di vecchietti arzilli e supermercati discount.
Molti i vantaggi per lei: non deve sottostare alla Suocera, può dormire con suo marito, lo iodio la rende serena, non le serve la macchina per procacciarsi il cibo.
Inoltre è completamente scevra del piacere dell'Overlook Hotel, quel lasciarsi lentamente andare alla calma marea del vuoto, che per un po' serve, eccome se serve.
Un gioco di forze dunque priva la sottoscritta del 35% delle sue normali vacanze lassù sulle colline.
Voi direte: embè?
Embè,il tempo passa.
E quello che passeremo là, regredirà lentamente, fino a che mia nonna non avrà concluso, speriamo al più tardi, i suoi giorni.
E poi le vacanze familiari dovranno reinventarsi, dopo più di un quarto di secolo, e gli equilibri e i cuori si spezzeranno, e la casa, chissà, verrà abbandonata da chi non avrà più le forze,non solo fisiche, di arrampicarsi su per le montagne per immergersi in un tempio di ricordi di un passato a quel punto concluso.
Quella che ora sembra ai miei occhi una condanna, un capriccio e un'imposizione, potrebbe in realtà rivelarsi un'ottima occasione.
Se riuscissi gradatamente a aprire le porte dell'Overlook Hotel a una nuova popolazione amicale, a qualche collega universitario, a chissà, un amore se mai avrò la possibilità di averne uno, a qualche amico/a; allora sempre gradatamente potrei riuscire a riconvertirlo in un luogo non solo dell'Amore Familiare, ma dell'Amore tout court.
Se riuscissi lentamente a riempirlo di esperienze nuove, quando mancheranno quelle usuali non lo troverò desolatamente vuoto, e il lavoro sarà molto, molto più leggero.
Quel che oggi è la volontà degli altri che mi impedisce di sviluppare la mia, potrebbe essere la forza mia e di quei luoghi.
A patto di sviluppare la mia propria, di volontà.
Ok, se lo avete preso come un invito a farvi una settimana in campagna, potete pure provare nei commenti, ma non è scontato.
1 commento:
Beh...io non ci provo ad autoinvitarmi...anche perchè sono in puglia adesso e devo lavorare sulle mie vacanze :D
Però ti dico che il tuo progetto è ottimo perchè quando le cose cambiano allora è meglio che siamo noi a guidare il cambiamento e non il cambiamento a guidare noi!
Un abbraccio
ps
la parola di verifica di questo commento era "office"...ma si può?! O_______o
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