16.7.09

Requiem per una montatura.

Perdere gli occhiali dopo sei anni e sette mesi, è un po' come perdere una parte di te.
Giri come una scema per le ultime strade dove li hai visti.
Ti convinci che sono lì, da qualche parte.
Chiami il call center di tutti i mezzi di trasporto presi, confidando nella buona sorte e in un'inatteso ritrovamento.

Perdere gli occhiali, i primi, quelli dei diciott'anni.
Che hanno visto non il primo bacio ma il primo bacio d'amore.
Che sono stati appoggiati sul comodino, prima delle carezze acerbe sul quel letto.
Così simili ai suoi, che li confondevamo.
Quelli del messaggio "anche con gli occhiali sarai sempre bellissima".
Quelli dei concerti, e quelli del "ricordati di pulire gli occhiali quando piangi".

Gli occhiali che iniziavano a dare segni di vecchiaia, una lente qui, una lente là, ogni tanto, scappavano dalla montatura blu, regolare, rettangolare, leggerissima.
Occhiali invisibili per una ragazza classica e altrettanto invisibile.

Giro per casa credendo di trovarli sul comodino, o sul piano del lavello in bagno. Mi tocco il viso e penso "dove li ho messi".
Li ho persi, per caso, aiutando una signora che, per l'ironia della sorte, era cieca.
Non posso vivere senza occhiali: il lutto necessariamente dovrà essere breve.
Che è un po' come il lutto per una persona; di quelli che non ci pensi, che non c'è più, e ancora telefoni a natale per gli auguri, e quando non risponde nessuno pensi "dev'essere andato in vacanza".
Un ottico buono e paterno mi consigliò un altro paio..ma per fare in fretta, la montatura andava scelta lì, sul momento.

Tra tutti un paio simile al vecchio, ma lievemente più scomodo, blu e poco impegnativo.
E un paio comodissimo, leggero e rosato, un tantino più simpatico e sicuramente calzante.

Vada per il rosa.
Che tanto non ci saranno più occhiali come i vecchi.
E tanto non ha senso cercare di mantenere la stessa minestra.
Osare in qualcosa di innocuo, si può: vada per una montatura degli occhiali.
E se mai mi dimenticherò di quelli che ho portato per 2.390 giorni della mia vita.
Duemilatrecentonovanta.
Non son quisquilie.
C'è un'eternità, una laurea, qualche amore andato a male, qualche vacanza, un paio di viaggi oltre confine.
Ma probabilmente nei prossimi, ci sarà altra vita, che si disporrà in bell'ordine sopra di loro, come zucchero filato.
Chissà se imparerò a riconoscere la mia faccia anche contornata di rosa.

5 commenti:

Baol ha detto...

In fondo ci si abitua a tutto...però ti capiscono, le nostre cose hanno con sè una parte di noi...

zefirina ha detto...

sei fedele però, mia figlia cambia montatura ogni due anni, certo la scelta è molto meditata, io pèrima di accompagnarla faccio sempre un po' di meditazione, perchè possiamo passare le ore nel negozio di ottica

Augusta ha detto...

I miei ultimi occhiali (ultimi perchè mi son finalmente decisa a farmi operare) erano rosa, e garantisco che hanno visto cose meravigliose, davvero. D'altronde, si dice "vedere il mondo attraverso lenti rosa"... la montatura è già un inizio!

grig-io il blogorroico ha detto...

un compagno di viaggio scende dal treno senza neanche che siate riusciti a salutarvi.
Ma il viaggio è il tuo, e tuo solo, forse voleva solo darti questa consapevolezza, forse voleva che conoscessi altri accompagnatori (accompagnatori, più che compagni) fidati come lui, e comunque sta continuando a sperare il meglio per te.

crimson74 ha detto...

Per gli occhiali non ho mai avuto questo attaccamento, li considero più o meno una scocciatura di cui farei a meno, li cambio ogni 4 - 5 anni, per evitare di dover fare le cose di corsa, ma questi nuovi, con le lenti a giorno e le stanghette rosse mi piacciono proprio tanto... ;)