15.4.09

What if god was one of us

Metti caso sia quella mamma della Milano bene, vagone 10, posto 14.
Quella che ha la faccia rossa come un pomodoro nascosta sotto i RayBan, ma che con il suo cellulare ultrapiatto ultramoderno parla a bassa voce di antibiotici e di ricette.
Quella che al posto finestrino ha messo suo figlio, biondo e pasciuto, ma con un rossore malsano sulle guance, che dorme per due ore e mezza su tre; lei, che tira fuori dalla sua borsa Prada un foglio piegato in quattro, lo stende e lo usa come ventaglio per il suo cucciolo, senza stancarsi per un'ora di seguito.

Il vecchietto per bene, vagone 10, posto 09, finestrino, che sfoglia DiPiù TV (ex concorrente di amici ha trovato un nuovo amore, 3 pagine di servizio), e quando passa il barista ambulante chiede due birre due, da bere prima che arrivi a Milano e ricominci la sua vita fatta di reality, minestrine e moglie castrante.

La donna obesa, in fronte a lui, che parla meccanicamente al telefono, e ride, e si attorciglia su un dito una ciocca della frangia scura e sporca, per poi riattaccare con un sorriso carico di solitudine e di rabbia, e addormentarsi piegata verso destra, russando, esausta della sua famiglia e del suo lavoro.

La ragazzina alle prese con la maturità e con le sue scarpe giallo limone, che continuano a slacciarsi. Non risponde al telefono, copia appunti di letteratura italiana e inglese e quando prova a mangiare un Kinder Cereali maledice il cielo a mezza voce: il caldo l'ha sciolto quasi del tutto, e lei non ha intenzione di sporcarsi le unghie appena sistemate durante la sua vacanza al mare.

Just a stranger on the bus
Trying to make his way home

2 commenti:

zefirina ha detto...

del tipo metti una sera di inverno, passato, una viaggiatrice????

crimson74 ha detto...

Facce da treno, da tram, da strada...