Lo dicevo sabato sera guardando Amichetto Forzista negli occhi e brindando con bicchieroni di plastica alla ritrovata sintonia, mai persa, solo accantonata.
Arrivo sempre tardi.
Sono semplicemente fuori sincrono.
Le polemiche, specie quelle del web, le vengo a scoprire con la bellezza di cinque mesi di ritardo.
Cinque, roba che anche a scrivere un commento, chi mi caga più?
Quando andai davanti al verdetto dei suoi occhi scuri, ero in ritardo di sei mesi pure lì, abbondanti.
Avvisarmi prima, sarebbe stato carino.
Quando io e A.F. balliamo ubriachi e ridiamo e ci abbracciamo perchè stiamo semplicemente cercando un po' di calore, proprio quello base, quello animale, quello dell'affetto 1.0, ci rendiamo conto che è ormai troppo tardi.
Certe puttanate avremmo dovuto farle quattro anni fa.
Poi oggi mi vedo al tavolo di un sottobar con un ragazzo che ha ventisette anni e sembra Prodi quando ne aveva trentacinque, fisicamente, ma ha il cervello cinico e paziente di qualcuno che davvero lo ha ricolmo di materia grigia.
E siamo fuori tempo in due, a ridere e a girare anacronisticamente a testa alta.
Ormai non ho più ventanni.
Vado per i venticinque, ho finito la fase pop, quella punk, quella pseudoalternativa, l'indieatuttiicosti, i quantosonfiga.
Non mi sento particolarmente intelligente perchè leggo qualche libro più della media, mi sento particolarmente intelligente perchè so di essere normale.
E mi lascio scivolare dolcemente, quando capita, nelle spirali della normalità più becera.
Qualcuno, la notte nei karaoke di periferia, lo chiama essere camp.
Io non lo chiamo.
Mi sto abituando al fatto che non ho preso al volo il treno della neweconomy culturale, sarà la mia educazione classica; mi sto abituando alle mie amiche strane ma non come canta il deboscio***, porto a casa dei deliziosi acquerelli di artiste sconosciute prima di vederle partire per Londra e non mi sento affatto cool.
Non farò i soldi.
Non sarò forse mai la high manager che blateravo quando correvo sotto gli hotel Hilton (e non me ne vergogno più di tanto, non ho nessuna immagine da difendere), spero soltanto di essere felice.
Sono banale. E' una constatazione serena.
1 commento:
Domanda in parte fuori tema (anche perché non credo che avrei molto da aggiungere): ma è davvero necessario fare i conti con l'età anagrafica per lasciarsi andare anche di poco?
vabbè, pure io sto andando verso il quarto di secolo e mi sa soffro un po' della sindrome di Peter Pan.
Ma solo un po'.
Posta un commento