27.11.08

Requiem a un piatto

Era l'ultimo, di una porcellana oramai sbeccata dall'uso.
Un piatto fondo, con dei disegni colorati, quasi infantili: piccole mongolfiere e nuvolette celesti venivano disegnate nell'incavo, nel suo cuore, e guardandole io sono cresciuta.
Il mio primo piatto di pasta al salmone, l'ho servito in quel piatto lì.
Il secondo, il terzo, le mie carbonare, tutto.
Amavo follemente quel piatto, ma la sua singletudine lo poneva in una condizione di grave svantaggio: mia madre ha cura dei servizi che nessuno ha mai usato per cinquant'anni, ma per un piatto soldato, senza compagni e colmo di storia, non c'è mai stato nessun riguardo.

Ebbene, pochi minuti fa un rumore sordo e violento dalla cucina mi ha fatto intuire che mia madre, coi suoi modi bruschi, sbadati, ruvidi, l'ha semplicemente ucciso.
Ho fatto giusto a tempo a vederne i cocci, e a salutarli per l'ultima volta.
Se è vero, come è vero, che tutto ha una fine, è vero anche che l'unica cosa che non muore mai sono le parole.

E il mio piatto resterà vivo, a modo suo, qui sul blog..perchè un po' di animismo, ogni tanto, fa compagnia.

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