18.1.08

Lo specchio

non hai limiti, non hai risposte
ma solo un vago senso di eleganza...
per questo ti insegno la pazienza

C'è da dire che siamo esseri simili.
Ci guardiamo attorno, seduti alla nostra tavola imbandita, pronti a dare la vita per l'Idea, ma non a dare tutto quel che serve per la nostra Vita.
Mangiamo sussurrando piano, ognuno guardando nel proprio piatto, e io sento che le parole della canzone che riempie l'aria sono reali, quasi fisiche.
La sento la tua goccia, scavarmi la schiena, lentamente, con quel ritmo costante e testardo con il quale, lo so, lo intuisco, tu sei arrivato fin qui, attraverso i passaggi della tua vita.
Certo, l'ambizione è un lusso
come la miseria, la privazione
e la punizione

ti guardi intorno,
e non sai chi cercare
per questo ti insegno a costruire
e a sviluppare le tue idee più strane
a mescolare estro e perversione
perchè Dio non guarda
Dio bestemmia,
Dio non ci aiuta

Non ho nessun diritto a darti consigli, a dirti cosa fare, ma se tu me lo permetti è perchè forse percepisci anche tu che quel che dico è giusto, sarebbe la condizione perfetta.
Mi ascolti, fai un mezzo sorriso e poi si ricomincia in silenzio a mangiare, ognuno pensando alle proprie gabbie più o meno immaginarie, ognuno a maledire la propria indolenza.
Perchè è l'indolenza, quella che ci frega.
Poi più o meno quando il cibo è finito, mi accorgo improvvisamente di avere sprecato fiato: tu non ascolti, perchè non sono abbastanza importante per te, ero una voce di sottofondo, come Gerry Scotti per la casalinga annoiata.
Non è un problema, perchè nello stesso momento in cui me ne sono accorta, mi sono anche accorta che non ti stavo parlando; stavo parlando a me.
Respira, guarda il cielo
guarda le stagioni passare,
prendi posizione
viaggia
ricerca la tua parte migliore
Non hai nemmeno un idolo
da venerare

Nemmeno quattro soldi
per andare al mare

di notte a immaginare, nuotare
(Paolo Benvegnù, La schiena)

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