17.12.07

Ma perchè studi lettere?

Capita che si alzino gli occhi, per affrontare la luce accecante del dolore emotivo che non si aspetta.
La pugnalata breve, precisa, ma che affonda proprio là dove la carne duole già da tempo, sul tallone d'Achille di noi tutti, nel profondo di quella zona fragilissima e riservata soltanto a pochi confidenti.
Capita anche che qualcuno sappia consigliare con le parole giuste e rimetta metaforicamente in piedi, prima di passare ore, in una pizzeria, a guardare quegli occhi scuri e non sentire dolore, vedere la piega inevitabile delle cose, il suo cuore rivolto alla Bellezza che solo lui, ora, crede di avere davanti agli occhi.
E quella bellezza non sono io, che senza nessuna vergogna gli ho mostrato il peggio, e l'umanità, e l'irrazionalità e la serie di ferite che la vita mi ha regalato, io che senza nemmeno più sentire sentimento lascio che la mia natura più antierotica, più cazzara, meno donna e più bambina se ne venga fuori, che non c'è problema.
E non si sa davvero perchè, ma non c'è problema.


Poi si torna a casa e si vuole soltanto un buon balsamo per le ferite...forse non lo vendono ancora al supermercato, ma fortunatamente lo passano in televisione.
Momento per momento farmi prendere per mano dalla voce di Benigni, senza nemmeno guardare lo schermo, e lasciarmi condurre al cospetto della Donna, Vergine Madre, Figlia del suo Figlio.
Davvero le parole del Divin Poeta hanno una efficacia esponenzialmente maggiore di quella di qualunque parroco, o peggio, Papa, davvero la Divina Commedia sa essere la chiave che scopre la mia parte di credenza, e di spiritualità cristiana, e di tutto quello che la mia mente laica e razionale, a tratti pagana, di norma non contiene.
E vorrei Dante, come guida spirituale, e non credo mi accontenterei di nulla di meno.
Ed è grazie a Dante che ora vado a letto, convinta che esista qualcosa che muove anche le stelle, e che non siano loro a muovere me.
Se davvero nel volto di Dio il poeta ha visto il suo proprio, c'è speranza.
E se mi dite che è solo poesia, e che è solo la profonda forza di un animo umano ad aver partorito una simile impalcatura inesistente...la potenza dell'animo umano è tale che va bene lo stesso: c'è speranza.

1 commento:

grig-io il blogorroico ha detto...

e che balsamo.

Ammetto che ultimamente non stimavo molto Benigni, non sono curioso di vedere "La vita è bella", e quando ho incrociato "La tigre e la neve", che pure non è malaccio, il film a più riprese mi ha fatto storcere il naso.

ma ascoltare la spiegazione e il commento della Divina Commedia.

Purtroppo ho assistito ad una sola puntata (se è il termine adatto), quella in cui ha letto, spiegato e commentato e infine riletto il quinto canto dell'inferno.
A livello freddamente pratico, si potrebbe dire che non è molto di più di una lezione di terzo superiore tenuta da un/a professore/ssa serio (quando si dice la fortuna, nella mia classe è arrivato solo in quarto - ma comunque non posso lamentarmi, affatto.).
Ma oltre la serietà di uno statale che voglia fare bene il proprio lavoro invece che parlare a pappagallo per ingannare il tempo che manca al 27 del mese, serietà che comunque è molto già di suo, il trasporto con cui Roberto Benigni ha parlato aggiunge un infinito impagabile.
E, forse per la prima volta, si ascolta davvero (e si comprende, e si patisce perfino per) quel seppur sentitissimo "Amor ch'a nullo amato amr perdona"..