Tanto va la gatta al lardo

Considerando che questo probabilmente sarà uno degli ultimi post sani prima della prossima settimana, voglio parlarmi di un mio pessimo vizio.
Io voglio.
Io non desidero, fingo di desiderare, chiedo sempre al condizionale, ma la realtà è una.
Esigo.
E quando esigo non esigo che gli altri mi dicano subito "sì, certamente"...no, sono più testarda, rompicoglioni, a volte paziente, a volte insopportabile.
Senza dubbio, viva.

Capitano momenti di noia, e in questi momenti di noia ci si guarda attorno sbattendo un pochino le palpebre, fino a che l'attenzione non è richiamata da qualcosa che urta i miei fragili nervi..non c'è niente che mi irriti di più delle persone imperturbabili..per dire...

...quelli che qualsiasi cosa va bene, quelli del "cosa ti agiti a fare", quelli del "se c'è una soluzione non ti preoccupare, se non c'è è inutile che ti preoccupi", quelli che "piuttosto che fare quel che voglio veramente mi piego e cerco un piccolo posto al sole".
Mi fanno rabbia, ribrezzo, invidia,tutto in una volta sola.
Bene, guarda caso durante un periodo di noia uno di loro mi si è parato sotto il naso.
Anzi, sopra il naso, considerando l'altezza significativa del soggetto..che di significativo, credetemi, non ha nient'altro.
La versione maschile della Anatolia di Massironiana memoria, ecco.
Quale momento migliore per punzecchiare questo essere simpatico come un lavandino che perde gocce?

Ecco, diciamo che scava scava, sotto quell'essere umano sembra esserci un istinto.
Vita intelligente, insomma.
La cosa allo stesso tempo mi disorienta, mi lascia semi indifferente, mi diverte e mi spaventa.

Certo non posso dire di non essermela cercata, qualsiasi reazione riuscirò a ottenere, dal vaffanculo alla proposta di matrimonio.