1.9.07

Abituata bene

La solitudine è l'incontro meno socialmente deprecabile.
Comunque non lo è per me.
(Carpacho!)
Ormai abituata fin troppo bene al mio isolamento, tra pagine di tesi e qualche uscita ben ponderata, mi trovo di nuovo nella grande metropoli e giustamente mi arriva un messaggio.
"Ci vediamo stasera, ore 22, dai vieni che ci sono tutti!".
Ecco, quel tutti mi ha reso un po' perplessa e un po' scocciata. Perchè tra tutti, quei tutti che ovviamente a prima vista e per molto tempo sono stati indiscriminatamente persone meravigliose, sono quasi certa di poter identificare due testoline che non so esattamente con quale sorriso riuscirò a mandare giù.
Due paia di occhioni spalancati sul mondo e colmi delle lacrime di tutti i capricci che hanno fatto e che, per puro buon senso, la gente non ha mai soddisfatto.
Occhi grossi e liquidi come quelli bovini, un paio colmi di risentimento per il cuore spezzato, l'altro paio gaiamente sicuro di non avere niente da farsi perdonare, dopo aver mandato in merda dei mesi di (mia) organizzazione.
L'unica cosa da fare è focalizzare su altri occhi, quelli limpidi e luminosi di qualcuno che ha la lingua un po' affilata ma affettuosa, in fondo, e quelli buoni e profondi di una persona che, lo si voglia o no, con la sua correttezza è sempre riuscita a fare in modo da non mettermi nella posizione di doverle perdonare nulla.

1 commento:

tartablu ha detto...

ma alla fine sei uscita o no?