9.5.06

9 maggio (ovvero: il primo amore non si scorda mai)

I've been locked inside your Heart-Shaped box for weeks
(Nirvana)
Io non lo so dove sei adesso.
Forse avrei dovuto avere il coraggio di risponderti a quella mail,un anno fa,forse due.
Quando mi chiedesti come era poi andato l'esame e io ero lì che mi scervellavo di capire quale esame, nel turbinio dell'università.
Solo poi ho realizzato che parlavi della maturità.
Quella alla quale mi avevi promesso di assistere con un mazzo di rose bianche,le mie preferite.
Il giorno del mio orale,quando sono scesa dalla scalinata di pietra, tu non c'eri:ho trovato la mia compagna di banco,mia mamma e Lorenzo,un altro della mia classe.Ho chiesto una sigaretta a Lorenzo,mi sono beccata il cazziatone della compagna di banco e me ne sono andata.
Fumavo perchè ero nervosa,e perchè mi sembrava di stare ancora con te.
Credo che fosse perchè mi ricordava il tuo profumo, un inconfondibile misto di Axe e gauloises rosse.
Le compravamo sempre insieme,la notte, dal tabaccaio vicino a casa mia,dopo aver riportato a casa il cane del tuo migliore amico.
Quel cane mi amava davvero.
Forse più di te.
Il fatto è che stanotte sono un sacco di anni...tre,per la precisione,che ci siamo detti addio.
Più che addio,ci siamo detti ciao.
"Ciao"
"Ciao"
Poi mi sono girata e ho resistito all'istinto di voltarmi indietro e guardarti un'altra volta.
Eravamo ridicoli tre anni fa.
Io ero corsa da te vestita come se fosse ancora febbraio,con su il maglione pesante,tu eri in pantaloncini e tshirt.
Io insistivo per camminare,tu per star seduto.
Però in una cosa eravamo uguali: parlavamo tantissimo,per seppellire il dolore,io,e forse il senso di colpa,tu.
Fin da quando avevamo cominciato a frequentarci tu avevi detto "Sei la donna per me. finalmente minuta. E poi non credere,io sono più logorroico di chiunque altro".
Ed effettivamente abbiamo parlato tantissimo.
Quella volta,la prima,in cui mi avevi chiamato sul cellulare e io ti ho detto "dammi il numero,ti richiamo". Mi sono sentita rispondere "Dammelo tu. Così ce l'ho e ti posso chiedere di uscire ogni tanto".
Era assurdo,eri il figo della compagnia e io ero una povera scema qualunque nemmeno troppo ben inserita. Poi mi hai chiamato a casa e siamo stati al telefono per ore.
Lì sono nati quei diminutivi che sono tanto imbarazzanti e tanto intimi da non essere scrivibili qui su un blog.
Poi le uscite, quel bracciale che ogni tanto riguardo,che aveva il valore di una fede nuziale.
Il sole,le margherite,tutta la bellezza della primavera,con il sole che aveva il colore dei tuoi capelli e il cielo dei tuoi occhi e via,con l'elenco di tutte le metafore più squallide e banali che agli occhi di una persona innamorata erano vera poesia.
Dio,quant'ero felice.
Ero felice quando cantilenavi bestemmie,ero felice quando bruciavamo la pizza nel tuo forno o quando mi lasciavo andare tra le tue mani,un po' tremante ma docile, incerta ma mai tanto sicura e calma in vita mia.
Ti ho desiderato, totalmente, molto più di chiunque altro prima di te e attualmente molto più di chiunque dopo.
Avrei voluto entrare nella tua mente, nella tua anima, avrei voluto conoscere i segreti del tuo cuore e del tuo corpo come nient'altro nella vita.
E mi sentivo forte,fortissima con te accanto.
Quella forza delirante e infinita dell'amore,quell'amore dei primi tempi,quello che ti fa sorridere davanti a una sfilza di rogne madornali.
Bastava leggere un sms,di quelli che mi facevano arrossire o di quelli che mi facevano ridere,e mi sentivo un'altra persona,e chissenefrega se le mie amiche dicevano che eri pericoloso,bello,sì,ma pericoloso.
Sai che ti dico?
Sono contenta di averti vissuto.
Sono contenta di aver pianto delle notti intere prima di telefonarti e dare via a quel balletto infimo di "cosa c'è?" "niente" "Ti sento distante" "Sei paranoica".
Che paranoica non ero,sentivo fisicamente la morte della cosa più bella che avevo,e volevo farti capire che ero disposta a tutto.
A tutto.
Sei stato così onesto da non accettare il mio tutto,sapendo benissimo che non sarebbe servito.
Ma in fondo eravamo giovani e stupidi tutti e due, tu che magari hai preso tutto troppo alla leggera,io che magari ho aspettato proprio poco prima di dichiarare,fiera e sincera, vero Amore.
Chissà dove sei ora,in questa notte particolare,chissà se ti ricordi il marciapiede sul quale eravamo seduti mentre tu mi spiegavi che avrei presto conosciuto qualcuno migliore di te,che certo meritavo di meglio,che non mi volevi far star male.
Credo di essere morta e poi risorta negli anni e ancora non so cosa farò se mai incrocerò ancora i tuoi occhi felini.
Non importa.
Spero davvero,anche se non sembra sincero,che tu sia felice.
Perchè quando ami qualcuno,sono convinta, una traccia di amore,di bene, non passa mai,nemmeno dopo le urla e gli insulti e tutto quello che ne consegue.
Rimane lì,e fa parte di te.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Ed è proprio quella parte che resta dentro di noi che amiamo.
Tutto ciò che rimane fuori passa, in un'impermanenza inevitabile che è congenita in ogni essere e cosa di questo mondo.
Anch'io non riesco (ammesso che lo voglia e non lo voglio) a non amare i miei amori passati, nonostante tutto: ma non amo le persone, non più: amo, appunto, quella parte del nostro esserci vissuti che vive ancora (e vivrà, lo spero) dentro le mie ossa.
Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

Cavolo...sono arrivata per caso su questo blog..link di link di link...
ho letto solo questo post..e lo sento molto mio
spero tu ora sia felice
ciao!